Con transfer letterario s’intende ogni tipo di passaggio – trasposizione, trasferimento – di un oggetto letterario (un testo, un genere, un dispositivo, ecc.) da un certo contesto culturale ad un altro, passaggio che comporti una conservazione e nello stesso tempo una trasformazione del senso di tale oggetto. Non dunque i semplici fenomeni di imitazione, ripresa, riecheggiamento, adattamento, traduzione ecc., ma qualcosa di più profondo e organico, che si può riconoscere appieno solo tenendo conto dei vettori storici e ideologici del passaggio medesimo. La poesia giovanile di Dante – quella che fa capo alla Vita nuova, ma non solo – ci fornisce degli esempi paradigmatici, e senza precedenti all’epoca, di transfer lirico, che ci mostrano i testi poetici in perenne movimento a partire dalla tradizione e dalla convenzione cortese, radicalmente rinnovate e trasformate, e dunque superate. In particolare la prima parte del libello, con l’“arcaismo” e l’ibridismo intenzionale e con l’auto-antologizzazione che la costituisce, è costruita – come altre ricerche attuali stanno mettendo in luce – come la messa in scena e la storicizzazione di un ‘attraversamento’ che prelude alla conquista di un territorio tutto nuovo e personale.